L’INTERVISTA-IL TRIUMVIRATO (PARTE 2): AUGUSTO FORESTI, RESPONSABILE DEL SETTORE GIOVANILE, SI RACCONTA…
Seconda parte dell’intervista al triumvirato a capo del nostro settore giovanile; oggi tocca ad Augusto Foresti, che è dei tre il più precoce per momento d’ingresso nel mondo Scanzo, avendo allenato sia alcune squadre del Settore Giovanile sia la Prima Squadra a cavallo di due stagioni, le prime in Promozione della nostra Storia.
Buongiorno Augusto. Quali sono i compiti specifici che un responsabile del settore giovanile ha?
Per quello che mi riguarda, collaborare con gli allenatori dell’attività agonistica, che è il settore di mia competenza, per favorire la formazione completa dei giocatori nel più breve tempo possibile, preparandoli ad affrontare le difficoltà che incontreranno in qualsiasi Prima Squadra
Nell’organigramma societario condividi questo ruolo con altre due persone, Beppe Silvestri e Clemente Togni. Vi dividete squadre e compiti oppure lavorate sempre in collaborazione?
Ci dividiamo squadre e compiti, ma tutte le decisioni vengono prese nella più serena collaborazione: conosciamo tutto di tutti.
Lo Scanzo negli anni 2000 ha intrapreso un percorso di crescita sotto molti aspetti nella gestione del suo vivaio. Quali obiettivi sono stati centrati in questi anni e quali miglioramenti si devono ancora attuare?
Il primo obiettivo raggiunto è stato quello di essere rimasti con tutte le squadre del vivaio nei campionati regionali, il massimo livello che una squadra dilettantistica possa raggiungere. Il secondo obiettivo, forse il più bello, sarebbe quello di riuscire a giocare in Prima Squadra con una rosa avente la maggior parte dei suoi componenti provenienti dal Settore Giovanile, non dovendo quindi dipendere da altre realtà per formare il gruppo di giocatori.
Da qualche anno ormai i campionati giovanili sono stati riformati attraverso una formula che prevede una prima fase provinciale nella quale le prime classificate vengono promosse alla fase primaverile dove disputano un altro girone regionale di sola andata. Quali benefici o problemi ha portato una riforma del genere? E’ d’accordo o preferirebbe tornare alla vecchia formula con un campionato formato dalle stesse squadre per tutto l’arco dell’anno?
Benefici avuti direi decisamente zero!! Problemi purtroppo se ne sono creati tanti soprattutto nella fase autunnale (la prima, ndr), dove si vedono risultati talmente eclatanti da non servire nè ai vincitori nè ai vinti. Ciò comporta una crescita davvero limitata dei ragazzi, perciò spero si ritorni in fretta alla vecchia formula con andata e ritorno tra le stesse squadre.
Con la Prima Squadra che gioca in Serie D, il settore giovanile dello Scanzo è diventato sempre più attraente per i giocatori di altri comuni. Cosa si può migliorare da questo punto di vista per diventare un polo d’attrazione ancora più ampio per i ragazzi “forestieri”?
Sicuramente avere la Prima Squadra in Serie D ci aiuta a portare a Scanzo giocatori di altri comuni, anche se la concorrenza è sempre spietata; ma più che migliorare, già il fatto di riuscire a mantenere nel vivaio i migliori allenatori sarebbe un grande successo.
Un comune pensiero degli addetti ai lavori è che ormai nei settori giovanili italiani si privilegi sempre di più la tattica a discapito della tecnica e della fantasia. E’ d’accordo con questa affermazione? Come dovrebbe essere per Lei un Settore Giovanile modello?
Un settore giovanile modello dovrebbe avere, per quanto possibile, i migliori allenatori che facciano crescere i ragazzi, seguendoli passo dopo passo, curando la loro tecnica, senza togliere nulla alla fantasia che un giocatore può mettere sul campo; inoltre è richiesto un miglioramento tattico per poter stare in campo nel modo migliore per aiutare la squadra.
Con le regole che impongono alle Prime Squadre di schierare obbligatoriamente 4 giovani dall’inizio della partita, molti ragazzi spesso non completano neanche il loro percorso nel vivaio e vengono catapultati subito con i grandi. Come si fa a coniugare la crescita tecnico-tattica e comportamentale dei giocatori con il bisogno impellente di avere giocatori già pronti per stare al livello dei grandi? C’è il rischio di bruciare le tappe?
Una volta i giovani giocavano perchè lo meritavano, mentre ora, per la maggior parte (le eccezioni ci sono sempre), scendono in campo perchè ci sono regole che obbligano gli allenatori a schierarli. Poi, andando a vedere le partite, ti accorgi che solo una percentuale minima riesce a mantenere la categoria una volta usciti dalla regola.
Parliamo un po’ di Lei. Come si è avvicinato al mondo Scanzo? Che aria si respira in questa società?
Mi sono avvicinato al mondo giallorosso grazie alla conoscenza personale che avevo con Arrigo Casati, mio collega e allora vicepresidente della società. Sento ancora oggi il dovere di ringraziarlo perchè mi ha portato all’interno di una grande famiglia dove, sia dentro sia fuori dal campo, si respira un’aria di allegria e spensieratezza, ma al tempo stesso nulla viene lasciato al caso.
Prima di assumere questo ruolo, quali esperienze calcistiche da giocatore o allenatore ha avuto?
Da giocatore ho raggiunto la Promozione col Caravaggio, poi nel lontano 1977 un serio infortunio mi costrinse ad appendere gli scarpini al chiodo. Da allora è iniziata la mia avventura da allenatore che, passando di categoria in categoria, mi ha permesso di arrivare sino alla categoria Eccellenza con la Stezzanese.
Lei ha allenato anche la prima squadra per un anno a cavallo di due sragioni. Allora la squadra giocava i suoi primi campionati di Promozione, che sembrava già un grande traguardo. Cosa mancò in quelle stagioni per confermarsi nella categoria?
Non sono il tipo che cerca alibi, ma quella stagione fu segnata sicuramente da tantissimi infortuni. Ricordo in particolare una partita giocata a Zogno in cui nove componenti della rosa erano in infermeria indisponibili!! Poi anche io come allenatore ho ovviamente le mie colpe.
Lei ha avuto anche la possibilità di allenare la selezione giovanile provinciale un decennio fa. Ci racconta questa esperienza?
E’ stata sicuramente una bellissima esperienza; il fatto di poter visionare e lavorare, anche se per un tempo ristretto, con il meglio che i Settori Giovanili della provincia proponevano ed essere riuscito ad instaurare un rapporto di stima e rispetto reciproco mi ha dato una grande soddisfazione
Visto che è stato allenatore sia a livello giovanile che di prime squadre, ci può schierare una top 11 dei giocatori che ha allenato?
Ho avuto la fortuna di allenare ottimi giocatori, ma soprattutto degli “uomini veri” e quindi non me la sento di sceglierne solo alcuni per far parte di questo dream team. Tutti coloro che ho allenato sarebbero degni di entrare nella top 11!
Ringraziamo Augusto per la disponibilità e, come avrete penso apprezzato, è stata un’intervista che, letta assieme alla prima parte (Beppe Silvestri) e completata tra un mese con Clemente Togni, ci dà sicuramente un punto di vista inedito su come il Settore Giovanile dello Scanzo venga organizzato. Troverete certo lievi differenze di vedute tra i triumviri ma come ogni gruppo che si rispetti le differenze vengono appiattite per un bene superiore. FORZA SCANZO!!