L’INTERVISTA-GIANNI PERICO, TEAM MANAGER DI SERIE D E JUNIORES NAZIONALE, SI RACCONTA…
Ritorna l’intervista settimanale dopo la pausa riflessiva di sette giorni fa. Oggi intervisteremo Giovanni Perico, per tutti “Gianni, il team manager di Prima Squadra e Juniores Nazionale. Una figura magari poco conosciuta ma che saprà sicuramente intrattenervi con i suoi ricordi, le sue emozioni, le sue impressioni.
Buongiorno Gianni. Lei è il team manager di Prima Squadra e Juniores Nazionale; quali sono i compiti specifici di questa figura?
Il compito di un team manager consiste nel seguire le squadre, in questo caso due, che gli vengono affidate cercando, nel limite del possibile, di non far loro mancare nulla, soprattutto nell’organizzazione delle trasferte o dei trasporti.
Che ambiente ha trovato quando è arrivato a Scanzo l’anno scorso?
In carriera ho ricoperto tale mansione nell’Atalanta e poi in seguito all’Alzanocene, una società che magari si avvicinava di più al professionismo che potevo trovare nei neroazzurri. Qui a Scanzo ho trovato una società sana, in cui poche persone si accollavano, per il loro grande sentimento nei confronti della società, più mansioni insieme, anzichè avere più persone all’interno dei quadri societari.
Cosa ha cercato di portare di nuovo nella mentalità della società? In cosa si potrebbe migliorare?
Ho cercato di portare la mia esperienza fatta con i professionisti. Come dicevo prima, il fatto di avere poche persone che compiono più lavori mi ha “costretto”, in senso positivo ovviamente, a rapportare ciò che faccio alla realtà in cui sono ora.
Aveva già sentito parlare dell’ambiente giallorosso prima di arrivarci? Come era visto dall’esterno?
Sinceramente non ne avevo sentito parlare direttamente, salvo che leggendo i giornali al lunedì in cui venivano raccontate le partite. Sapete non sono il tipo che si ferma al bar alla mattina a discutere con gli amici o i tifosi di come vada la squadra, perciò ho dovuto imparare a conoscerla standoci dentro.
Nella sua carriera spicca una lunga esperienza da team manager dell’Atalanta. Quanto sono importanti le persone che stanno dietro le quinte per far girare al meglio giocatori, allenatori e dirigenti?
L’ossatura ideale che manda avanti una squadra, ancor di più se professionista come la Dea, è formata innanzitutto da un presidente, non tanto perchè mette i soldi ma perchè sa tutto di tutti. Poi vengono nell’ordine societario il Direttore Tecnico, che supervisiona le squadre, il Direttore Sportivo, più attento magari alle trattative di calciomercato e ad essere da collante tra squadra e società, ed infine il Responsabile del Settore Giovanile. Ovviamente nel dietro le quinte non possono mancare segretari e magazzinieri, senza i quali l’organizzazione di una squadra non raggiungerebbe un livello ottimale.
Lei vive forse le stagioni più esaltanti della Dea prima dell’ultima eccezionale annata, ovvero il periodo di Mondonico. Che persona era il Mondo?
Era un allenatore che leggeva le partite dopo pochi minuti dal loro inizio; sapeva cambiare le disposizioni ai giocatori a seconda delle difficoltà anche più di una volta durante la stessa partita. Inoltre era una persona molto intelligente ed umile, comprensivo con quelli che lavoravano con lui dietro le quinte. Personalmente conservo una grande amicizia con il “Mondo”.
Glenn Stromberg, storico fuoriclasse svedese rimasto nei cuori di tutti gli atalantini, nella sua biografia si spende in grandi elogi nei suoi riguardi. Cosa pensa di aver lasciato a lui e a tutte le persone del mondo Atalanta con cui è venuto a contatto? E’ sorpreso di essere stato citato da un personaggio così importante?
Glenn era, anzi è, una persona fantastica in tutti i sensi. E’ molto facile descriverlo perchè è genuino, ha un grande cuore ed è umilissimo; quest’ultimo è un particolare fondamentale perchè nelle società di spessore sei solo un numero e questa condizione può esaltarti o demoralizzarti: senza l’umiltà non si va lontano!
Ci racconta qualche aneddoto divertente della Sua esperienza atalantina?
Mi ricordo quando in trasferta nelle famose annate europee di Mondonico, io e i magazzinieri dormivamo con in stanza le maglie e le scarpe dei giocatori per paura che ce le rubassero dal pullman o dall’albergo. Un altro piacevole ricordo riguarda le partite a carte tra me, i miei amici ed Evair! Sì, avete letto bene, il brasiliano era arrivato a Bergamo senza che la famiglia e gli affetti potessero accompagnarlo e quindi si sentiva solo; grazie a queste partite a carte si sentì un po’ meno solo e sul campo i risultati si videro (ride, ndr).
Quale giocatore l’ha impressionata di più tra coloro che sono passati nelle fila nerazzurre? Chi invece avrebbe potuto compiere una carriera diversa, magari più importante di quella che invece ha fatto?
Comincio dal giocatore che secondo me, per le qualità che aveva, avrebbe potuto sfondare di più: Domenico Morfeo. Era uno degli ultimi 10 classici, tutto estro e fantasia, poteva deciderti le partite con una giocata. Però, nonostante ciò, non è arrivato ai livelli dove sarebbe potuto arrivare. Per quanto riguarda i giocatori che mi hanno più impressionato ne cito alcuni, entrati nella storia atalantina: Caniggia, Evair, Pippo Inzaghi, Mirkovic, Bonacina, Prandelli, Carrera e molti altri.
Concludiamo con la formazione ideale. Ci schiera in campo 11 giocatori e un allenatore che per Lei rappresentano i migliori con cui ha avuto a che fare?
E’ molto difficile farla perciò mi limiterò a costruire una margherita di nomi. Comincerei con una società formata dal presidente Bortolotti, il direttore generale Randazzo e il direttore sportivo Previtali. Poi affiderei questa squadra a Mondonico. La rosa sarebbe composta da:
PORTIERI: Ferron e Piotti
DIFENSORI: Mirkovic, Porrini, Prandelli, Montero, Gentile, Rossi, Vertova e Pasciullo
CENTROCAMPISTI: Stromberg, Bonacina, Nicolini e Madonna
ATTACCANTI: Pippo Inzaghi, Evair, Caniggia e Ganz
Ringraziamo Gianni per essersi raccontato al nostro sito, chiarendoci soprattutto cosa voglia dire essere un team manager e aprendoci il libro dei ricordi degli anni splendidi che ha passato con l’Atalanta.
Eccovi alcune sue foto di quel periodo indimenticabile