L’INTERVISTA-“TISTA” FERRARIS, EX ALLENATORE DELLO SCANZO, SI RACCONTA…
E’ stato uno degli allenatori più apprezzati del decennio d’oro dello Scanzo, dal momento che sotto la sua guida i giallorossi hanno ottenuto per la seconda volta la promozione in Eccellenza, salvandosi poi l’anno successivo. Oggi abbiamo deciso di intervistarlo per permettere anche a chi non l’avesse conosciuto di poterne scoprire valori, ricordi ed emozioni provati sulla panchina dello Scanzo.
Buongiorno Gianbattista. Lei ha fatto parte, in due momenti distinti, della storia dello Scanzorosciate; cosa significa per Lei questa società?
Nella mia carriera da allenatore Scanzorosciate è stata una tappa importante, perchè da giocatore non ho avuto un passato illuminante, anzi devo dire piuttosto scarno, tanto che quando tiravo la palla lei stessa piangeva ahahah Arrivavo da un’esperienza che mi aveva fatto crescere e conoscere un mondo come quello dei Dilettanti a Cene ed è proprio qui, coincidenza in due momenti diversi come a Scanzo, che ebbi la fortuna di conoscere l’allora Segretario Oberti; facemmo un paio di amichevoli tra la Prima Squadra dello Scanzo e la nostra Juniores e alla fine di quell’anno, andato maluccio, mi trovai senza squadra.
Si ricorda come avvenne il primo incontro con la famiglia giallorossa? Che ambiente trovò?
Il primo incontro, se così si può dire, avvenne attraverso una telefonata del Presidente Oberti che mi ricordo ancora oggi come se mi fosse appena squillato il telefono; mi disse in dialetto bergamasco “ve so che go de parlat” (vieni su che ti devo parlare). Intuii subito di cosa si potesse trattare e mi fiondai in sede; conoscevo la società e il presidente e, a pelle, capii che era una grande possibilità.
Lei arrivò allo Scanzo dopo una retrocessione dalla Promozione alla Prima Categoria. Come affrontò una situazione del genere?
Eravamo una buona squadra e creammo subito un gruppo molto coeso ed unito, che ci portò a buoni risultati sul campo.
Nel campionato appena citato invece le cose andarono molto meglio, tanto che ricevette offerte da categorie superiori. Si sarebbe aspettato di ritornare a Scanzo dopo quella stagione?
Finimmo il campionato, se non ricordo male, al settimo posto e mi arrivò un’offerta dalla Gandinese, allora in Eccellenza, una settimana prima di incontrarmi col Presidente per il rinnovo; nel nostro incontro gli dissi che per uno come me, che da giocatore era arrivato al massimo in Terza Categoria, allenare nella Serie A dei Dilettanti era un’occasione imperdibile. Non potevo quindi rifiutare ma ci lasciammo in ottimi rapporti e infatti qualche anno dopo ritornai.
Seconda esperienza in giallorosso: stavolta un subentro, in Eccellenza. Quali sono le difficoltà di subentrare in corsa ad un altro mister?
Nei due anni passati a Gandino, con uno poi a Mapello, continuai a mantenere i rapporti con gli amici di Scanzo e nel frattempo la competenza e la parsimonia della società avevano portato i giallorossi in Eccellenza; ricordo che quell’anno ero senza contratto e lo Scanzo navigava in cattive acque perciò il Presidente mi chiese una mano per tentare l’impresa salvezza. Facemmo 18 punti in 14 partite ma non bastarono per salvarsi. Ovviamente subentrare non è mai facile perchè se devi sostituire un tuo collega è perchè qualcosa sta andando male, bisogna essere bravi e fortunati a capire subito i problemi e cercare di limarli o addirittura risolverli…quell’anno andò male ma, non appena finita la stagione, ci sedemmo per preparare la stagione successiva.
Da questo momento in poi i successi sedendosi sulla panchina giallorossa sono sotto gli occhi di tutti, vincendo subito il campionato di Promozione. Quale fu il segreto di quella stagione favolosa?
Questa stagione me la porterò sempre dentro di me perchè nessuno ci dava per possibili vincitori del campionato, nonostante fossimo una retrocessa, ma noi eravamo consapevoli di aver costruito una squadra forte con uno spogliatoio di ferro. Partimmo in sordina ma poi ci sciogliemmo e, con una vera e propria cavalcata, finimmo la stagione in testa con il record di 14 goal subiti.
Cosa spera di aver lasciato nei cuori dei tifosi giallorossi e cosa hanno lasciato loro a Lei?
Spero di aver lasciato buoni ricordi e soprattutto che abbiano apprezzato quello che è il mio modo di pormi; per quanto mi riguarda ho ricordi importanti nei loro confronti e coltivo ancora molte amicizie nate in quegli anni.
Vista da fuori, come si spiega i risultati ottenuti in questi vent’anni dallo Scanzo?
Competenza, passione, cultura del lavoro e parsimonia. Credo che queste quattro parole dicano tutto su questa società.
Al di fuori dell’esperienza giallorossa quali sono le altre squadre in cui ha giocato o allenato?
Come detto in precedenza, non sono stato un grande giocatore perciò preferisco parlare della mia carriera come allenatore: dopo un quadriennio alla Juniores a Cene, ho iniziato dalla Terza Categoria nel “calcio dei grandi” dai 3 anni alla Vertovese, una stagione ad Onore in Prima, quattro stagioni in Seconda all’Ardens Cene arrivando fino alla Promozione, Scanzo sempre in Promozione, due stagioni alla Gandinese in Eccellenza, una a Mapello, ritorno a Scanzo (Ecc, Prom, Ecc), Sovere in Eccellenza, Pontisola Allievi, Casazza in Promozione, una piccola parentesi a Ghisalba in Eccellenza ed ora Loreto in Prima Categoria.
Ha qualche aneddoto positivo o negativo della Sua carriera da condividere con i nostri lettori?
Un aneddoto positivo, visto che l’intervista verrà pubblicata sul sito dello Scanzo, mi viene in mente una trasferta a Gussago in cui, con qualche assenza in attacco, non riuscivamo a sbloccarla ma nello spogliatoio dissi che ero sicuro che prima o poi avremmo trovato il vantaggio e i giocatori rientrarono con una ferocia tale che nel secondo tempo effettivamente il goal arrivò. Un aneddoto negativo è il goal del pareggio subito al 94° a Desenzano nella stagione della retrocessione dall’Eccellenza che rappresentò un vero e proprio spartiacque della stagione…sul 2-0 per noi sbagliammo 4-5 goal e prendemmo il pareggio su un lancio da 50 metri: incredibile!
Il Suo vice ai tempi della vittoria in Promozione, Michele Rizzi, afferma che Lei abbia vinto la partita decisiva ascoltando una formazione da Lui proposta; vero o falso?
Se devo essere sincero non ricordo molto bene questo particolare, anche perchè era prassi di ogni venerdì confrontarmi col mio vice per decidere la formazione. Devo ringraziare tantissimo lui, come Mario Brignoli e Franco Giugnetti che quell’anno furono ottimi compagni di viaggi sempre con me nel lavoro sul campo.
Quali sono, secondo Lei, le caratteristiche fondamentali per costruire un gruppo vincente?
La prima cosa che un gruppo deve avere è l’umiltà e lo spirito di sacrificio, il culto del lavoro e, soprattutto in una squadra, ci sono dei ruoli non scritti che vanno rispettati: ognuno deve essere protagonista nel suo spazio.
Che consiglio vuole dare ai giovani ragazzi del vivaio giallorosso affinchè possano arrivare a giocare ad alti livelli?
Il consiglio che voglio dare loro è quello di impegnarsi sempre al massimo in allenamenti e partite e di non smettere mai di inseguire i propri sogni.
Concludiamo con la Sua top 11 personale. Ci indica 11 nomi di giocatori che avrebbe il piacere di allenare?
Preferisco non dare una top 11 perchè rischierei di tralasciare giocatori che per me hanno rappresentato una parte importante della mia esperienza a Scanzo e poi sarei troppo di parte verso la squadra che mi ha fatto vincere il campionato, anche se non dimentico i ragazzi della mia prima parentesi in giallorosso perchè comunque hanno ottenuto la prima salvezza nella storia dello Scanzo in Promozione. Tantomeno non voglio dimenticare il gruppo con cui ci salvammo per la prima volta anche in Eccellenza. FORZA SCANZO!!
Ringraziamo mister Ferraris per avere risposto alle nostre domande, confermando ancora di più i motivi per cui a Scanzo si parla sempre bene di lui.