L’INTERVISTA-GIORDANO CHIESA, VICEPRESIDENTE DELLO SCANZO, SI RACCONTA
Dopo la rubrica STORIE DI…PARTITE ritornata martedì, oggi che è giovedì non potevamo mancare l’appuntamento con la nostra intervista settimanale. Questa settimana abbiamo chiesto gli straordinari a Giordano Chiesa, vicepresidente dello Scanzo, che si racconterà ai nostri microfoni dopo averci aiutato nell’articolo pubblicato solo due giorni fa.
Buongiorno Giordano. Lei ricopre la carica di vicepresidente dello Scanzo, ci può aiutare a comprendere meglio in cosa consiste tale ruolo?
Diciamo che il ruolo è più istituzionale che operativo, anche se nel poco tempo libero che ho cerco di dare una mano, in particolare per quanto concerne attività organizzative e gestionali come, ad esempio, l’organizzazione delle trasferte con i pullman di tutte le squadre che partecipano ai campionati regionali, la stipula della convenzione con la palestra che segue tutti i ragazzi dalla prima squadra alla scuola calcio, tanto per citare alcuni esempi. Inoltre, in caso di necessità e per particolari esigenze e problematiche, mi rendo disponibile per supportare i vari responsabili con l’obiettivo di aiutarli, se necessario, nella risoluzione dei problemi che di volta in volta si presentano.
Come valuta la prima metà della stagione? Quali sono i propositi per il girone di ritorno?
Per quanto riguarda il settore giovanile, direi che il bilancio è estremamente positivo ed i risultati sono in linea con le aspettative di inizio stagione se non addirittura superiori per alcune squadre.
Per quanto riguarda la prima squadra fino a 4 giornate dalla fine del girone di andata il bilancio era altrettanto positivo; purtroppo siamo incappati in una serie di 4 sconfitte consecutive che ci hanno risucchiato in zona play out.
Confido comunque in una pronta ripresa e sono fiducioso che la sosta sia stata sfruttata al massimo per ripartire con il piede giusto in quanto il girone di ritorno si prospetta alquanto impegnativo per ottenere il nostro obiettivo della salvezza diretta.
Grazie alla vittoria nello scontro diretto con il Ciserano l’inizio del girone di ritorno è stato positivo ma la strada è ancora molto lunga pertanto non bisogna abbassare la guardia e continuare a lavorare duramente.
In cosa, secondo Lei, la società dovrebbe migliorare ancora per mantenersi ad alti livelli?
Negli anni la società è cresciuta molto sia a livello sportivo sia per quanto riguarda l’organizzazione anche se le esigenze ed i problemi sono sempre maggiori e pertanto è opportuno adeguarsi di conseguenza. Quest’anno ad esempio abbiamo investito parecchio tempo e risorse nel miglioramento della comunicazione con il nuovo sito internet. Tuttavia, il miglioramento deve essere continuo in quanto il mondo corre veloce ed anche quello del calcio dilettantistico va di pari passo, per cui cerchiamo di essere sempre attenti a tutte le esigenze sia organizzative che strutturali ed anche se negli anni i nostri impianti sono stati gradualmente e costantemente migliorati bisogna sempre tenere la guardia alta al fine di garantire ai nostri ragazzi ed alle persone che frequentano i nostri impianti un livello di servizio sempre migliore.
Per certi aspetti, pur essendo dei dilettanti, le esigenze e le necessità sono comuni a quelle delle società professionistiche.
Qual è l’emozione più grande che ha provato da quando è nel mondo Scanzo?
Devo dire che in 19 anni di appartenenza al mondo Scanzo ho avuto la fortuna di provare parecchie emozioni sia da allenatore che da dirigente; tuttavia credo che l’emozione più grande, anche per come si è svolta la partita per la cornice di pubblico e per quello che rappresentava per la nostra società, sia la vittoria della Coppa Lombardia della stagione 2002/2003 contro l’Inveruno.
Come è avvenuto il primo incontro con la società giallorossa? Che ambiente ha trovato al suo arrivo?
L’incontro è avvenuto nel 1998 grazie ad un ex collega, Luigi Parsani, allora collaboratore della società, che mi ha messo in contatto con il presidente Oberti, il quale stava cercando un allenatore per la Juniores per la stagione successiva. Devo dire che con il presidente è scattata subito la scintilla e nonostante non avessi esperienze da primo allenatore (avevo fatto per 3 anni il secondo) mi ha dato fiducia e per i successivi 2 anni ho guidato la squadra Juniores. Successivamente sono stato coinvolto a più ampio raggio ed ho abbandonato il ruolo di allenatore per intraprendere quello da dirigente prima come direttore sportivo ed ora come vice presidente.
L’ambiente è molto familiare tant’è che negli anni si è instaurato un rapporto che va al di là dell’ambito sportivo in particolare con le persone che sono in società da parecchi anni come ad esempio il presidente Onorario Cucchi, il presidente Oberti ed il Direttore Tecnico Giugnetti. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i volontari che collaborano con la nostra società e che quotidianamente svolgono attività di fondamentale importanza per l’andamento della nostra organizzazione e che pertanto ricoprono un ruolo strategico nonostante lavorino sempre dietro le quinte.
Lei, prima di passare dietro la scrivania, ha allenato, con successo, le giovanili dello Scanzo. Come valuta quell’esperienza?
Come dicevo prima si è trattata della prima esperienza da primo allenatore e devo dire che è stata estremamente positiva sia dal punto di vista dei risultati ottenuti che dal punto di vista strettamente personale in quanto ritengo che senza la coesione del gruppo e senza un vero senso di appartenenza per una squadra sia veramente difficile raggiungere qualsiasi obiettivo. Probabilmente nei due anni la rosa aveva qualcosa in meno rispetto agli avversari più quotati ma grazie a quanto detto precedentemente siamo riusciti ad ottenere risultati insperati sia dal sottoscritto ma credo anche dalla società.
Inoltre mi ha consentito di entrare nel mondo Scanzo a piccoli passi e di conoscere piano piano tutte le figure che ruotavano intorno.
La vittoria più importante di quel periodo è da molti ritenuta quella nel Trofeo Bonacina con la juniores. E’ d’accordo con questa affermazione? Cosa si ricorda di quell’annata?
Direi che nei 2 anni da allenatore, grazie ad un gruppo di ragazzi stupendo, ci siamo tolti parecchie soddisfazioni. Sicuramente la vittoria del Trofeo Bonacina, essendo la prima, è la più importante ma ci tengo a ricordare quella del titolo provinciale Juniores ottenuta l’anno successivo grazie alla vittoria contro la Cividatese anche in considerazione del fatto che ci dava il diritto a partecipare l’anno successivo al Campionato Juniores Regionale categoria mai affrontata prima di allora.
Quali furono le Sue esperienze calcistiche prima di approdare in panchina?
Ho iniziato all’età di 7-8 anni nel settore giovanile dell’Aurora Seriate; successivamente a 16 anni sono passato all’Orio dove a 17 anni ho esordito in Seconda Categoria e successivamente in Prima.
Le mie esperienza calcistiche sono molto brevi a causa di un infortunio al legamento crociato del ginocchio all’età di 21 anni che mi ha obbligato ad appendere le scarpe al chiodo in giovane età. Tuttavia da ogni esperienza negativa bisogna cogliere sempre il lato positivo e per me è stato quello di poter entrare nella famiglia Scanzo ed esserci ancora dopo 19 anni.
Ha qualche aneddoto divertente da raccontarci di questi anni giallorossi?
Un aneddoto che ricordo sempre con piacere è legato, guarda caso, alla stagione 2002/2003 gara andata di coppa Lombardia a Dubino.
Nei giorni precedenti alla gara sul giornale locale era uscito un articolo nel quale venivamo definiti squadra con un attacco mitraglia grazie alle tante reti realizzate in campionato.
Ebbene la gara di andata si è chiusa con il risultato di 1-0 per gli avversari ed all’uscita dal campo i nostri ragazzi sono stati un po’ derisi dai sostenitori locali i quali si chiedevano dove fosse finito l’attacco mitraglia (ovviamente in modo molto colorito).
Credo che questo sia servito da stimolo ai nostri ragazzi in quanto il ritorno si è chiuso con il risultato record di 9-1… A fine gara un dirigente della squadra avversaria non voleva che il risultato fosse messo a referto!
Concludiamo con la solita top 11 dei giocatori che vorrebbe sempre allenare. Visto il ruolo che ricopre, limitiamola ai giocatori passati in maglia giallorossa. Chi Le ha fatto la miglior impressione?
In questi 19 anni sono passati tanti giocatori ai quali sono rimasto affezionato pertanto preferisco non schierare nessuna top 11 per non fare torto a nessuno.
Vorrei citare però Andrea Regazzoni che è stato con noi per 10 anni dalla Prima Categoria alla serie D e che ha partecipato ai momenti più entusiasmanti della storia della società. E’ sempre stato un esempio per tutti sia dentro che fuori dal campo ed anche quando per scelte dell’allenatore non veniva chiamato in causa è sempre stato il primo ad incitare i compagni e a far crescere i più giovani.
Ringraziamo Giordano per aver risposto alle nostre domande e auguriamo a Lui e alla società un grande in bocca al lupo affinchè la seconda metà di stagione superi addirittura la prima per risultati e traguardi raggiunti.